La
Biomesoterapia simpone come tecnica terapeutica impiegabile in qualunque
settore della patologia mentre la Mesoterapia classica vede ristretto
il proprio campo d'azione agli apparati locomotore, vascolare periferico
e tegumentario usufruendo in pratica del meccanismo riflessologico e di
medicamenti Allopatici che agiscono quasi sempre con modalità soppressiva.
La Biomesoterapia sfrutta
le vie di diffusione energetica (Meridiani, vedi sistema Kiungrak) utilizzando
porte d'entrata specifiche (punti attivi dei Meridiani, punti auricolari,
zone podaliche, etc.), eliminando blocchi energetici (campi perturbanti),
consentendo al rimedio di raggiungere il bersaglio in maniera eccezionalmente
pronta e sicura.
L'impiego del rimedio Omeopatico
in soluzione elimina la necessità di effettuare tonificazione o
dispersione dei punti perché il rimedio stesso provvede a ripristinare
l'equilibrio energetico per la sua intrinseca attività (tonificante
o disperdente).
La risoluzione della sindrome
si realizza senza soppressioni (vicariazioni progressive), dimostrandosi
rapida, dolce, duratura.
La Biomesoterapia nata
come alternativa per la cura di Pazienti sfiduciati dalle cure Allopatiche
ma diffidenti nei confronti dell'Omeopatia per gli aggravamenti paventati,
per scarsa informazione e per gli apparentemente troppo lunghi tempi di
lavoro e ugualmente sfiduciati verso l'Agopuntura che, essendo praticata
troppo schematicamente, è relegata ingiustamente a terapia palliativa
nelle sindromi dolorose, si è imposta nel tempo come mezzo polivalente
dimpiego sicuro, rapido, risolutore.
L'integrazione dei concetti
fondamentali dOmeopatia, Omotossicologia, Riflessoterapia, Agopuntura,
Neuralterapia, Auricoloterapia, Podologia è una conclusione logica,
alla quale da tempo si doveva arrivare, per il danno immediato ed a lungo
termine indotto dalle terapie soppressive e in considerazione dei limiti
delle metodiche applicate singolarmente.
L'acquisizione delle cognizioni
di base e la pratica quotidiana rendono spedita l'applicazione di questa
metodica sia sul piano diagnostico sia su quello operativo.
La stimolazione mediante
linfissione di un ago a livello epidermico, dermico, mesodermico
induce la liberazione di catecolamine, bradichinine, serotonina, istamina
(mediatori chimici) che agiscono sulle fibre amieliniche di Langherans,
corpuscoli di Kräuse, Vater Pacini, Ruffini, etc.
Per azione riflessa sul
microcircolo si ha liberazione dadrenalina, endorfine, ormoni, realising
factors.
La stimolazione con un
solo ago si dimostra inferiore a quella indotta dalla infissione contemporanea
di più aghi.
L'uso di multiniettori
lineari e rotondi (disposables, naturalmente) comporta i seguenti vantaggi:
- semplificazione della
metodica perché la piastra, lineare o rotonda, consente gli impianti
lungo il tragitto o sui punti dincrocio dei Meridiani ovviando alla
necessità della minuziosa ricerca dei punti attivi.
- l'impianto multiplo ha
un effetto dolorifico non molto superiore a quello provocato da un solo
ago.
- rapidità dell'atto
dinfissione con eliminazione dei tempi di sosta.
- il rimedio o i rimedi
in soluzione provvedono, per loro stessa natura, alla dispersione e alla
tonificazione.
- l'azione ipostimolante,
anestetica, eutrofica della procaina, in diluizione decimale, determina
il prolungamento della durata dello stimolo.
- diffusione selettiva
dei rimedi secondo vie privilegiate (Ken Miak) cutaneo organo viscerali.
Simpiegheranno solo
sostanze diluite omeopaticamente.
I farmaci Allopatici, per
via Mesoterapica, anche se molto diluiti, non si devono usare per due
ragioni fondamentali:
- inconvenienti immediati:
idiosincrasia e shock anafilattico.
- azione soppressiva (indirizzamento
della sindrome verso un'altra sindrome sempre più grave e profonda
(vicariazione progressiva: asma apparentemente guarita con terapia allopatica
che progredirà in ulcera gastrica a sua volta progressiva in degenerazione
neoplastica).
Inizialmente l'utilizzazione
di rimedi Omeopatici per via mesodermica non permise di apprezzare differenze
sostanziali con la Mesoterapia "a secco".
L'ipotesi che il multiniettore
metallico (azione idrolitica del metallo, interreazione dei residui di
combustione da sterilizzazione con le soluzioni dei rimedi, etc.) invalidasse
l'azione dei rimedi in soluzione fu confermata dai risultati, immediati
e sorprendenti, ottenuti utilizzando, multiniettori sterili, in materiale
plastico, neutro, monouso.
La Mesoterapia deve essere
considerata una tecnica chirurgica a tutti gli effetti e gli Operatori
devono esserne ben consapevoli.
Questo presuppone l'assoluta
ottemperanza ai criteri digiene (sterilità degli strumenti
e del campo operatorio) e di prevenzione degli inconvenienti(accertamenti
di routine, elettrocardiogramma, esami di laboratorio, Rx) che un atto
chirurgico, grande o piccolo, presuppone.
In effetti, prima dellintroduzione
dello strumentario monouso, la sterilità del materiale operatorio
(con riferimento alle piastre metalliche in particolare) è stata
il vero punto dolente della pratica Mesoterapica.
Le piastre metalliche,
adoperate abitualmente, non offrono né nessuna garanzia di sterilità
né un grado accettabile di pulizia.
E' ben nota, ai Mesoterapisti,
l'impossibilità di effettuare una pulizia interna presterilizzazione
anche minimamente efficace.
Si è cercato di
ovviare a ciò con l'uso di piastre metalliche apribili ma in maniera
non soddisfacente a causa del fatto che gli ugelli rimangono impossibili
da pulire e quindi sempre sede dincrostazioni.
Questo nocumento alla purezza
di azione farmacologica (il Mesoterapista lavora a suo rischio e pericolo
in caso di effetti lesivi conseguenti ai materiali usati) unito alla mancanza
di garanzia di sterilizzazione ha fino ad ora impedito l'uso del potenziale
costituito dai rimedi Omeopatici sensibili sia all'influenza dell'ambiente
in cui si trovano a sostare (siringhe di vetro, piastre metalliche), che
di quello biologico in cui si trovano ad agire (facile possibilità
di fortunose antidotazioni).
Altri fattori negativi
a carico dello strumentario metallico multiuso sono:
a) costo delle attrezzature
(i multiniettori metallici sono costosi ed il loro ammortamento molto
lento e l'usura molto rapida);
b) difficoltà e
lentezza della messa in opera (il Paziente che manca all'appuntamento
significa nuova sterilizzazione della piastra).
c) la rottura di uno degli
ugelli o di più di uno (evento frequente) porta necessariamente
alla sostituzione della piastra con la perdita totale dell'investimento.
d) necessità della
programmazione anticipata delle sedute che si ricollega alla lentezza
della messa in opera.
e) difficoltà di
trasporto per prestazioni domiciliari (cestelli e telini sterili) o durgenza
(blocco lombare acuto, per es.).
f) costo del personale
adibito o comunque dei tempi di pulitura e sterilizzazione (Infermiera,
Medico stesso, autoclave, etc.).
g) costo del corredo sterile
(telini e cestelli sterilizzabili) e della sua sterilizzazione.
A completo sollievo di
questo insieme di problemi assolutamente limitativi della credibilità,
praticità, sicurezza del metodo (proibitivi per la Biomesoterapia
data inefficacia dei cocktails Omeopatici in soluzione che si trovano
a soggiornare nella camera dei multiiniettori metallici), della sua costanza
di efficacia nonché, in prospettiva, della diffusione su larghissima
scala della Mesoterapia, è in commercio tutta la gamma delle piastre
a vario numero di ugelli (3/5/7/12/18) sia tonde che lineari in materiale
plastico inerte per uso medico, sterilizzate, usa e getta, facilmente
e prontamente utilizzabili, in comodo contenitore (come le siringhe monouso),
adattabili alla normale siringa in plastica del commercio.
Per la Biomesoterapia (e
per la Mesoterapia) con aghi monouso, piastre monouso, siringhe monouso,
non esistono più ostacoli limitanti il suo impiego.
Nella pratica della Biomesoterapia
si possono schematicamente distinguere tre livelli:
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1° livello: Omotossicologia e Riflessoterapia.
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2° livello: Come sopra ed inoltre nozioni di fisiopatologia Agopunturale (punti Shu antichi, Assentimento dorsali (yang), Araldo ventrali (yin)), Auricologia, Podologia, Neuralterapia.
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3° livello: Come sopra ed inoltre Omeopatia classica e punti di riscontro dei rimedi (punti di Weihe, punti RIMO®).
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Questa differenziazione,
per difficoltà crescente, permette ai Neofiti di iniziare rapidamente
a praticare e di perfezionarsi gradualmente, con l'esperienza e con il
progressivo aumentare delle proprie cognizioni, fino a raggiungere il
massimo livello.
La procedura:
1) Colloquio con il Paziente
seguendo il criterio Omotossicologico.
2) Esplorazione dei dermatomi
dolenti o interessati.
3) Riconoscimento di eventuali
campi perturbanti (ferite laparatomiche o traumatiche, foci attivi o spenti).
4) Esplorazione, dei punti
auricolari, delle zone podaliche, dei punti attivi agopunturali (dolenti
e non), specie i punti Shu, i punti ventrali (yin) Mo araldo, i punti
Iu dorsali (yang) dassentimento.
5) Inquadramento fisiopatologico
Agopunturale e Omeopatico.
6) Ricerca di eventuali
punti di riscontro di Weihe, punti RIMO®.
7) Scelta dei punti di
impianto.
8) Scelta delle piastre
disposables idonee (rotonde o lineari).
9) Composizione del cocktail.
10) Prognosi: numero probabile
e frequenza delle sedute.
Corrispondono al:
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1° livello i punti: 1, 2, 3, 7, 8, 9, 10.
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2°livello i punti: 1, 3, 4, 5, 7, 8, 9, 10.
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3°livello i punti 1, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9,10.
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Le sindromi acute e le
riacutizzazioni delle sindromi croniche saranno quelle che maggiormente
si avvantaggeranno della metodica del primo livello.
Alla procedura semeiologica
classica si aggiungerà l'interrogatorio secondo gli schemi Omotossicologici
od Omeopatici, secondo il caso, per fare diagnosi di Simile o di Simillimum,
così da coprire il più possibile l'insieme dei sintomi,
nonché delle adatte diluizioni, dellassociazione eventuale
di rimedi sinergici, della loro quantità (numero di fiale).
Per i casi intricati, cronici,
con storia di terapie soppressive e di pregressi interventi chirurgici,
è necessario escludere la presenza di un blocco energetico o spina
irritativa (campi perturbanti).
Le nozioni di fisiopatologia
Agopunturale, lesplorazione delle aree podaliche e dei punti auricolari
renderanno possibile, comparate, la formulazione di diagnosi di organo
o di sistema interessato.
La conoscenza dei punti
di riscontro somatici dei rimedi Omeopatici (punti di Weihe, punti RIMO®),
se rinvenuti dolenti, potrà costituire l'elemento risolutore per
fare allo stesso tempo diagnosi di rimedio e deventuale sede dimpianto.
Il numero delle sedute di Biomeso e la frequenza delle stesse, sarà
stabilito, di volta in volta, secondo levoluzione della sindrome
cioè della risposta alla terapia.
Associando diagnosi di
rimedio Omeopatico con relativo punto di riscontro somatico, diagnosi
Agopunturale di sistema organo viscere meridiano punto/i, diagnosi Podologica
e Auricolare, otteniamo un grande affinamento diagnostico e terapeutico
nel senso di confronto tra sindrome, qualità del rimedio, sua potenza
e punti specifici di impianto.
Il sinergismo terapeutico
è vantaggioso:
- stimolazione farmacodinamica
mirata attraverso il rimedio Omeopatico che meglio si adatta all'insieme
dei sintomi;
- stimolazione di zone
a colloquio energetico sia lungo il decorso dei meridiani che al di fuori
(punti auricolari, zone podaliche);
- possibilità di
individuazione di zone trigger e target che in altra maniera sarebbero
state ignorate o evidenziate con maggiore difficoltà.
La fisiopatologia Agopunturale
orienta, spiega e conferma quelle diagnosi che, fatte soltanto con cognizioni
Omotossicologiche, Omeopatiche o Riflessologiche, sono altrimenti nebulose
o incomprensibili nella dinamica patogenetica e nella prassi curativa.
Per le forme acute, l'interrogatorio
Omotossicologico con l'ispezione dei dermatomi interessati, sarà
sufficiente per fare diagnosi dorgano, di medicamento e di sede
dimpianto.
In questi casi le sedute
di Biomeso potranno avere anche una cadenza oraria o giornaliera fino
a remissione.
Nel caso della mancanza
di un punto di riscontro estremamente dolente o di uguale dolenzia di
più d'uno, la scelta per l'impianto andrà fatta fra tutti
quelli presi in esame.
Saranno preferiti non solo
i più dolenti ma anche quelli più importanti, per le loro
indicazioni peculiari, nelleconomia della sindrome; infatti, spesso
certi punti Shu del dorso (dassentimento), Mo (araldo) o Shu antichi
saranno non dolenti, ma indispensabili nella dinamica curativa e quindi,
di necessità, scelti come sedi dimpianto Biomesoterapico.
La scelta del mélange
andrà fatta in base alla diagnosi posta.
Il medicamento andrà
scelto il più possibile simile all'insieme dei sintomi.
La Procaina in diluizione
sarà quasi sempre da associare alla soluzione.
Il numero dei rimedi varierà
nel mélange secondo la possibilità o meno di trovare il
Simillimum o invece più rimedi con caratteristiche di Simile secondo
la complessità del corteo sintomatologico e della capacità
del Medico di orientarvisi.
L'esperienza clinica ha
evidenziato che, nei mélange con soluzioni in diluizione decimale,
anche la quantità di rimedio (numero di fiale per singolo componente)
sembra avere importanza facendo così pensare all'esistenza di un
"effetto massa" anche per le sostanze preparate secondo la Farmacoprassia
Omeopatica.
I punti d'impianto potranno
essere quindi anche più di uno (data l'estrema difficoltà
del reperimento del "giusto" punto unico): quelli più
dolenti fra tutti e quelli più importanti per le loro caratteristiche
terapeutiche.
L'infiltrazione preventiva
deventuali campi perturbanti sarà effettuata con il medesimo
mélange con cui saranno trattati i punti.
Quando la diagnosi di rimedio
è certa ed il punto di riscontro è estremamente dolente
si sceglierà questo punto come unica sede dimpianto.
Le succussioni (dinamizzazioni)
che simprimeranno al mélange non saranno inferiori a venti.
La quantità totale
della soluzione in siringa non supererà i venti cc.
Il numero di sedute programmate
alla prima visita sarà puramente orientativo in base alla qualità
della sindrome: acuta, cronica, leggera, grave, intricata.
Buona norma sarà
comunque, prima dogni successiva seduta, effettuare un controllo
interrogando nuovamente circa l'eventuale mutamento o meno del corteo
sintomatologico avvenuto dopo la seduta precedente e comunque accertare
la persistenza della dolorabilità delle zone o punti già
sensibili (sui quali è stato effettuato l'impianto).
Spesso si costata che,
dopo una o più sedute, la sintomatologia cambia completamente e
si evidenziano nuovi punti o zone dolorose; ne consegue la necessità
di una nuova diagnosi con un nuovo mélange e nuovi punti d'impianto.
A volte, dopo una o più
sedute, si riesce a diagnosticare il Simillimum, con relativo punto di
riscontro dolente, anche in quelle sindromi croniche e intricate in cui
a fatica si era riusciti a fare diagnosi di Simile.
L'evidenziazione del rimedio
unico, successiva al trattamento Biomesoterapico, è la dimostrazione
dell'effetto, oltre che di per sé risolutore, chiarificatore della
Biomeso, che, anche solo con la repertorizzazione dei simili, avrà
comunque "drenato" le stratificazioni tossiniche che ostacolavano,
in precedenza, la diagnosi di Simillimum.
Premesso quanto sopra sull'indispensabilità
dell'uso delle piastre disposables si torna a ripetere che il Medico dovrà
seguire, nei confronti del Paziente il seguente schema:
1) Colloquio (interrogatorio)
che potrà essere approfondito dal livello Omotossicologico a quello
Omeopatico unicistico a seconda della preparazione del Medico (che deve
tendere costantemente a questultimo risultato).
2) Controllo accurato di
tutto il corteo sintomatologico inquadrandolo nello schema fisiopatologico
Agopunturale che guida, completa, integra e giustifica l'orientamento
diagnostico Omotossicologico e Omeopatico.
L'Agopuntura offre un ulteriore
ausilio terapeutico permettendo di individuare, nelle varie sindromi,
la corrispondenza con un sistema organo viscerale influenzabile dall'esterno
attraverso il trattamento Biomesoterapico dei Meridiani interessati.
Associando diagnosi di
rimedio Omeopatico, diagnosi Agopunturale di sistema organo viscerale/Meridiano
collegati ai punti interessati otteniamo un grande affinamento diagnostico
nel senso di confronto tra sindrome, qualità del rimedio, sua potenza,
e punti precisi di impianto.
Tale sinergismo terapeutico
è vantaggioso assommando:
- stimolazione farmacodinamica
mirata attraverso il medicamento Omeopatico.
- stimolazione energetica,
attraverso la stimolazione (puntura) di zone a colloquio energetico sia
lungo il decorso dei Meridiani, che al di fuori.
- possibilità di
individuazione di zone Trigger che altrimenti sarebbero ignorate o evidenziate
con difficoltà.
La fisiopatologia Agopunturale
orienta, spiega, conferma, definisce quelle diagnosi di sede di malattia
che, basate soltanto su cognizioni Omotossicologiche od Omeopatiche, sono
nebulose ed incerte.
3) ricerca di campi perturbanti
di Hünecke (cicatrici laparatomiche o traumatiche (specie quelle
della cintura) e foci attivi o spenti).
I campi perturbanti possono
agire con un duplice meccanismo: o come blocco energetico, rendendo insensibili
i punti attivi dei Meridiani, i punti auricolari, le zone podaliche o
come spina irritativa (più raramente) scatenante la sindrome.
4) Ispezione e palpazione
dei punti auricolari.
5) Ispezione e palpazione
delle zone podaliche rilevando, favoriti dalla loro estensione, tutte
le possibili variazioni: pieno doloroso o indolore, vuoto doloroso o indolore,
elasticità o anelasticità ecc.
6) Preso atto della sensibilità
più o meno dolorosa dei punti auricolari e delle zone podaliche,
si procederà all'ispezione e palpazione dei punti attivi dei Meridiani
interessati direttamente nella sindrome.
Alcuni dei punti sono di
solito dolenti anche alla palpazione superficiale.
D'altra parte, a volte
è utile scegliere come base d'impianto certi punti attivi dei Meridiani
che non sembrano coinvolti direttamente nella sindrome (non sono dolorosi)
ma che nel quadro fisiopatologico Agopunturale si dimostrano indicati.
7) Se il Biomesoterapista
farà diagnosi Omeopatica unicista, confermata dalla positività
del relativo punto di riscontro, è naturale che il mélange
sarà preparato tenendo conto della preminenza del rimedio indicato.
Il punto di riscontro somatico
del rimedio (quando reperibile e doloroso) sarà sede privilegiata
dimpianto.
La diagnosi di rimedio
unico, con il relativo punto di riscontro, non sarà frequentissima
immediatamente ma più facilmente effettuabile dopo una serie di
sedute di Biomeso.
I Medici neofiti possono,
con semplici basi Omotossicologiche, servendosi delle mappe riflessologiche,
rapportare i dermatomi trovati dolenti alle stesse, scegliere i più
dolenti come zone d'impianto e preparare un mélange con un adeguato
numero di composti coprendo così il più possibile la gamma
sintomatologica della sindrome.
Il numero delle fiale dogni
composto sarà naturalmente rapportato all'intensità della
sindrome.
E' comprensibile che i
risultati migliori a questo livello si otterranno più facilmente
nelle sindromi acute non complicate.
I risultati saranno comunque
sempre migliori di quelli ottenibili con la Mesoterapia Allopatica senza
dover temere effetti idiosincrasici e soppressivi.
Via via che il Medico aumenta
la sua esperienza e approfondisce le sue cognizioni Agopunturali, Omeopatiche,
Podologiche, Auricolari, anche il colloquio con il Paziente si arricchirà
e si affinerà la tecnica diagnostica.
Perfezionandosi l'apprezzamento
comparativo dei punti auricolari, zone podaliche, punti attivi dei Meridiani,
punti di riscontro, la scelta dei punti dimpianto diventerà
sempre più mirata con conseguente riduzione del loro numero ed
aumento contemporaneo dell'efficacia e della profondità dazione
terapeutica.
LA BIOMESOTERAPIA "IDEALE"
Un cenno solamente a ciò
che rappresenta la summa di quanto fino ad ora esposto e che troppo spesso
resta solo un ideale terapeutico difficilissimo da mettere in pratica;
si può parlare, senza tema di smentita, di Arte Biomesoterapica.
L'ideale Omeopatico è
la repertorizzazione del Simillimum cioè di un Unico Rimedio, alla
"giusta" diluizione, da somministrare in una sola assunzione.
L'ideale in Agopuntura
è la diagnosi di un Unico Punto, (l'"ago unico"), da
pungere una sola volta con le opportune modalità, che metta in
accordo tutte le variabili del complesso meccanismo fisiologico, fisiopatologico,
diagnostico e terapeutico Agopunturale.
La Biomesoterapia integra
Omeopatia ed Agopuntura nel medesimo atto diagnostico e soprattutto terapeutico.
Quale è l'ideale
postulabile in Biomesoterapia?
La risposta è semplice
ma l'applicazione di questideale è fortunato e meritatissimo
appannaggio di pochi, geniali Terapeuti.
In poche parole si può
descrivere quello che sarà il tormentato traguardo di pochissimi
Studiosi.
La diagnosi Omeopatica
di Simillimum, alla giusta diluizione, è la prima tappa da percorrere
verso la Biomesoterapia di massimo livello.
La diagnosi del punto unico
dAgopuntura è la seconda tappa.
L'impianto Biomesoterapico
eseguito con la soluzione del Simillimum, alla giusta potenza, nel punto
unico dAgopuntura rappresenta l'ottenimento del massimo livello
diagnostico e terapeutico concepibile, allo stato dell'arte farmacologica,
in Medicina.
I limiti del metodo Biomesoterapico,
esercitato in tal modo, sfuggono ad ogni definizione e possono essere
accreditati di qualunque risultato terapeutico.
L'operare a questaltissimo
livello comporta anni ed anni di studio durissimo e desperienza
sempre vigile ed il suo conseguimento è senza dubbio un riconoscimento
morale e pratico riservato a pochissimi Medici ma anche l'obbiettivo che
deve sempre tenere presente chiunque percorra questa strada della Medicina.
PRASSI BIOMESOTERAPICA
La tecnica Biomesoterapica,
sulla base della preparazione e dell'esperienza dei Medici che la eseguono
può essere praticata a tre livelli:
1° livello: fondamenti
dottrinari dOmotossicologia e di Riflessologia (mappe di Jarricot,
metodica manuale di Danilopolus).
2° livello: oltre alle
cognizioni esposte del primo livello: Neuralterapia, Fisiopatologia e
Diagnostica Agopunturale (punti Shu sotto l'articolazione del gomito e
del ginocchio, punti di assentimento (yang) dorsali e araldo (yin) ventrali),
Podologia, Auricologia, metodica della ispezione e palpazione delle aree
podaliche ed auricolari.
3° livello: oltre a
tutte le cognizioni dei livelli primo e secondo: conoscenza dell'Omeopatia
per la diagnosi di rimedio, punto o punti di riscontro (punti di Weihe,
punti RIMO®), criterio di associazione di impianto Biomesoterapico
con eventuale prescrizione per via orale quando il Paziente è orientato
anche verso la terapia Omeopatica.
Si comprende così
come coloro che si avvicinano alla Biomesoterapia, non appena impadronitisi
delle conoscenze indispensabili al primo livello, siano in grado di praticare
subito, con buoni risultati, per lo meno in caso di sindromi acute, subacute
e funzionali; successivamente, approfondendo le loro conoscenze unitamente
all'esperienza che gradualmente acquisiranno, potranno progredire verso
i livelli di più elevata applicazione.
Di seguito sarà
illustrata la prassi che dovrà essere impiegata ad ogni livello
e quindi verranno proposte a titolo di esempio, tutte le patologie che
potranno essere trattate ad ogni livello con schemi guida dei punti di
impianto per ciascuna patologia.
I livello: il Medico che
si accosta per la prima volta alla Biomesoterapia dovrà avere chiari
i principi fondamentali che regolano la Omotossicologia (Reckeweg) ed
la scelta dei relativi rimedi.
L'interrogatorio del Paziente
sarà svolto al fine di identificare gli organi o i sistemi interessati.
Il Medico dovrà
interpretare il corteo sintomatologico per aiutare validamente l'organismo
a svolgere le sue funzioni di difesa con una vicariazione regressiva,
deliminazione prima e dequilibrio poi (guarigione).
Mai dovrà contrastare
queste funzioni (eliminazione verso l'esterno di sostanze tossiche od
omotossine) sopprimendole con il risultato di respingere le omotossine
verso l'interno dell'organismo (impregnazione) avviando in tal modo la
sindrome verso una vicariazione inevitabilmente progressiva.
Dopo l'interrogatorio il
Medico avvalendosi delle sue cognizioni di riflessologia, si orienterà
verso l'esplorazione dei dermatomi che riterrà presumibilmente
interessati dalla sindrome seguendo gli schemi delle mappe di Jarricot
con la metodologia di Danilopolus; appoggerà i pollici a piatto
sulle regioni prescelte toccando la cute con il bordo radiale dei pollici.
I due pollici formeranno
così una barriera continua: sarà contro questa barriera
che dovrà urtare la piega della pelle e del tessuto sottocutaneo
spinto ai lati dagli indici e dai medi delle due mani.
Il punto del dermatomo
sul quale il Medico avvertirà sensazione daumento di resistenza
del tessuto dermico (cellulie dermique reflexe) e nel quale il Paziente
proverà contemporaneamente un dolore parossistico, sarà
quello che indirizzerà inequivocabilmente allindividuazione
del viscere o del sistema sofferente.
Lo stesso punto sarà
sede dimpianto Biomesoterapico.
La scelta dei rimedi Omotossicologici
andrà sempre effettuata fra quelli che avranno maggiori caratteristiche
di similitudine verso la sintomatologia del Paziente.
Saranno sempre preferiti
i composti Omotossicologici per una serie di ragioni:
1°: i rimedi assemblati
in un composto a diluizioni diverse fra loro, scelti e per famiglia e
per la simile azione farmacologica si sinergizzano potenziando la loro
azione.
2°: l'estrema polivalenza
del composto Omotossicologico utile in una vasta gamma daffezioni.
3°: Il numero relativamente
limitato degli stessi semplificherà la scelta al Medico neofita.
La scelta dei composti
Omotossicologici ed il numero di fiale di ognuno di essi, verrà
sempre fatta secondo il principio di similitudine, il grado di acuzie,
la gravità, la durata e la complessità della sindrome stessa.
Sarà buona norma
non superare mai il numero di tre, quattro composti Omotossicologici,
in numero di tre, quattro fiale per ognuno.
La procaina alla 2DH è,
pressoché costantemente, la base dogni mélange nella
misura da due a cinque cc. per venti cc di soluzione.
La procaina, non solo ha
un effetto ritardante l'azione dei microstimoli prodotti dagli aghi durante
l'impianto ma, per la sua azione eutrofica sui tessuti e stimolante soprattutto
a livello del microcircolo, anche potenzia e procrastina l'azione dei
rimedi Omotossicologici).
Il mélange Biomesoterapico
non dovrà superare in totale i venti cc. e dovrà essere
sottoposto a dinamizzazione mediamente con venti succussioni; sarà
opportuno lasciare un piccolo spazio vuoto all'interno della siringa per
consentire il movimento del fluido durante la dinamizzazione.
E' indispensabile usare
piastre a perdere (disposables) di materiale inerte (plastico medicale)
per non alterare minimamente i rimedi Omeopatici e per evidenti motivi
igienici.
Quando si sarà scelto
il punto o i punti del dermatomo su cui praticare l'impianto, è
buona norma praticarlo in almeno tre tempi cribrando la superficie cutanea
in senso orario in modo da impregnare totalmente la zona trattata, con
lo scopo di aumentare il numero dei microtraumi e quindi l'azione riflesso
stimolante (Legge di Hugh: "allorché due zone innervate dai
rami nervosi dello stesso segmento midollare sono stimolate nello stesso
momento, soltanto una delle due stimolazioni, la più potente e
meglio modulata, sarà quella registrata a livello talamo corticale").
Frequentemente accade che,
per una sindrome, siano più di uno i punti scelti, anche su diversi
dermatomi contemporaneamente.
In alcune sindromi dolorose,
come nella periartrite scapolo omerale, sarà bene praticare gli
impianti Biomesoterapici a cuffia sullarticolazione affetta, cribrando
almeno tre volte ogni punto, dividendo il mélange equamente fra
tutti gli impianti.
A livello di Riflessoterapia
non si può pretendere di limitare il numero degli impianti alla
stregua di ciò che si fa ai livelli superiori e del resto il numero
delle patologie croniche e subcroniche trattabili con la metodologia Riflessoterapica
(primo livello) è limitato.
I trattamenti saranno efficaci
in quelle sindromi puramente funzionali che non abbiano ancora determinato
danni anatomopatologici negli organi o sistemi interessati oppure nelle
riacutizzazioni di forme croniche. Ne deriva che sono di beneficio in
tutte le sindromi acute; le sindromi croniche difficilmente coinvolgono
la cute del dermatomo corrispondente all'organo o sistema, al contrario,
sempre coinvolgono punti lontani, punti auricolari, zone podaliche, punti
Shu.
Con il susseguirsi del
numero delle sedute Biomesoterapiche di primo livello, risolto il fatto
acuto, il riflesso prima esistente a livello di dermatomo sarà
scomparso.
La risoluzione delle sindromi
croniche, che contemplano danni organici e si presentano intricate, per
evidenti motivi teorico pratici (mancanza di punti dolenti sui dermatomi)
richiederà una preparazione e conseguentemente una azione di livello
superiore.
II Livello: la pratica
della Biomesoterapia al secondo livello richiede cognizioni fondamentali
di Neuralterapia, Fisiopatologia e Diagnostica Agopunturale, (punti Shu,
punti ventrali Araldo (Yin) e dorsali di assentimento (Yang)), Podologia,
Auricologia, metodica dell'ispezione e palpazione delle aree podaliche.
Il colloquio e la visita
clinica del Paziente, arricchita delle cognizioni di Fisiopatologia Agopunturale
unite a quelle Omotossicologiche, inquadreranno più facilmente
ed in maniera più completa la sindrome presa in esame. Indirizzeranno
verso l'organo o sistema sofferente l'esatta corrispondenza di un sistema
organo viscerale, influenzabile dall'esterno attraverso il trattamento
Biomesoterapico del Meridiano o Meridiani, dei punti auricolari e delle
zone podaliche.
Le conoscenze Omotossicologiche
e quelle fisiopatologiche Agopunturali sintegrano e si completano
a vicenda in un tutto armonico e ben articolato che permette di fare diagnosi
sia dorgano/viscere o sistema sofferente sia anche di rimedio più
indicato.
Associando diagnosi Omotossicologica
e Agopunturale di sistema organo viscerale con punti attivi di Meridiano,
punti auricolari, zone podaliche alla diagnosi di rimedio, otteniamo gran
precisione e affinamento diagnostico nel senso di esatta valutazione della
relazione tra sindrome e qualità, quantità del Rimedio,
potenza e punti precisi di impianto.
Il sinergismo terapeutico
che così si ottiene è importantissimo ed altamente risolutivo:
stimolazione farmacodinamica mirata attraverso il composto Omotossicologico
che si adatta all'insieme dei sintomi, stimolazione, attraverso l'invio
del messaggio terapeutico fornito con limpianto (potenziato e prolungato
dalla Procaina associata) su zone o punti, a colloquio energetico diretto,
lungo il decorso dei Meridiani (vedi via di diffusione energetica preferenziale
o quarta via o Kiungrak), che in altra maniera sarebbe ignorata e non
evidenziata.
Conoscere bene i principi
enunciati dai F.lli Hünecke e cioè l'esistenza dei campi perturbanti
e del fenomeno del secondo per il Biomesoterapista è estremamente
importante.
Infatti, a questo livello,
si cominceranno a prendere in esame non solo le sindromi acute e subacute,
ma anche le croniche che a volte sono assai intricate.
In queste sindromi il segnale
di sofferenza degli organi, visceri o sistemi interessati è sempre
proiettato su punti o zone più distanti (punti Shu, auricolari,
zone podaliche).
Le ferite laparatomiche
o traumatiche (specie quelle della cintura) o i foci attivi o spenti possono
bloccare il fluire dell'energia attraverso i Meridiani impedendo quindi
l'arrivo del segnale di malattia alle zone e punti interessati ed anche
bloccare il messaggio curativo.
Sarà buona norma,
prima di procedere all'esplorazione e palpazione dei punti Shu dei Meridiani,
dei punti auricolari e delle zone podaliche, infiltrare con il mélange
scelto tutte le cicatrici laparatomiche e traumatiche e i possibili foci
riscontrabili per eliminare ogni possibile blocco energetico, che già
da solo può contribuire a cronicizzare ed a complicare (quando
non sia esso stesso il primo responsabile) la sindrome.
Inoltre togliere il blocco
energetico in questa maniera, oltre che rimuovere una delle concause della
sindrome, renderà sensibili i punti o le zone segnale, rendendo
così possibile non solo la diagnosi ma l'evidenziare le eventuali
zone o punti dimpianto Biomesoterapico.
Le ferite o i foci andranno
infiltrati con monoago o con piastra monouso, rotonda o lineare a seconda
dell'estensione o configurazione della cicatrice o del focus.
E' sempre bene, tenendo
presente la stagione al momento della visita, cominciare il controllo
del Paziente partendo dai padiglioni auricolari che prima di essere stimolati
con le dita o per via mediata (palpatore o bacchetta esploratrice) andranno
ispezionati soffermandosi sul colore della pelle (piccole zone pallide
od arrossate, lentiggini, macchiette, etc.) e sulle sue alterazioni strutturali
di essa (deformazione della conformazione delle zone anatomiche del padiglione,
papule, nei, microangiomi, desquamazione, etc.).
Ognuno di questi punti
che presenti cambiamenti significativi darà, rapportato alle mappe
di corrispondenza auricolare, informazioni sulla situazione degli organi
e visceri corrispondenti.
Nei riguardi dell'osservazione
delle alterazioni dei punti auricolari e delle corrispondenze cliniche
degli organi rapportati alle mappe come per ciò che riguarda l'apprezzamento
dei punti dolenti sui padiglioni auricolari, si rimanda a quanto esposto
nel capitolo riguardante l'orecchio.
Durante la palpazione dei
padiglioni dovremo essere attenti solo alleventuale presenza o assenza
del dolore e quando presente, sul tipo (acuto, sordo, lancinante, trafittivo),
sulla durata (breve, prolungato).
L'osservazione accurata
dell'alterazione del colore e dello stato della cute, la presenza o meno
del dolore, della sua natura e durata, la corrispondenza al punto esaminato
ed esplorato, potrà sostituire l'esplorazione ben più ampia
che si può effettuare sulle zone podaliche apprezzabili e per altro
più facilmente indagabili per la loro maggiore estensione.
Se troveremo punti sull'orecchio
indolenti dovremo tuttavia tenere conto dell'eventuale alterazione del
colore e dello stato della pelle in essi.
Può succedere che
riscontrando alterazioni del colore e dello stato della cute di particolari
punti dell'orecchio, (indolenti per la prevalenza dello Yin in Inverno),
ad esempio particolarmente arrossati i punti Cistifellea e Fegato, ci
si orienti verso le corrispondenti zone podaliche riscontrando solo la
zona Fegato, rilevata, piena e dolente, anche solo all'esplorazione superficiale,
mentre la zona Cistifellea risulta elastica, trattabile, indolente anche
alla palpazione profonda.
L'ulteriore interrogatorio
del Paziente e l'eventuale riscontro di un punto Shu doloroso sul Meridiano
del Fegato, farà definitivamente escludere l'interessamento della
Vescica Biliare e orienterà la diagnosi dorgano, di rimedio
e dimpianto sul Fegato.
D'altra parte l'estrema
dolenzia di un punto o più punti auricolari (nelle sindromi acute
non vi è quasi mai un'alterazione del colore o dello stato della
cute come invece si riscontra nelle sindromi croniche o nelle riacutizzazioni
di esse), evidenziata durante l'esame clinico, può avere come riscontro
l'assenza completa di referti significativi su zone podaliche o su punti
attivi di Meridiani.
Faremo ugualmente diagnosi
di sofferenza d'organo o sistema (giustificanti la sindrome), di scelta
di rimedio e di punto dimpianto Biomesoterapico.
Nel punto o punti auricolari
scelti sarà bene iniettare non più di 1/2 cc di mélange
per ognuno, con monoago con diffusore.
Si è rivelato utile
infiltrare, con la restante quantità di mélange, le zone
podaliche corrispondenti con piastra rotonda a perdere o con monoago.
L'esperienza ha confermato
l'utilità di questaccorgimento; infatti, agendo in tale modo
si aumenta l'efficacia degli impianti riducendo il numero delle sedute.
L'esplorazione delle zone
podaliche seguirà sempre a quella dei punti auricolari (sensibilità
maggiore delle zone podaliche nelle stagioni yin, l'inverso dei punti
auricolari).
Se una zona podalica viene
palpata rilevata rispetto alla superficie circostante, estremamente dolorosa,
piena, si penserà ad un fatto infiammatorio acuto dell'organo o
viscere corrispondente; se risulterà dura, rilevata , piena ma
indolente, ad un processo infiammatorio acuto spento, organizzato (fatto
produttivo) che ha lasciato in quell'organo o sistema dei depositi (tessuti
fibrotici, calcoli, etc.); se le zone o aree si manifestano atoniche,
anelastiche, con sensazione di vuoto al dito indagatore, con un lento
risveglio di sensibilità dolorosa sorda alla palpazione profonda,
tale riscontro rappresenta sempre un segnale di processo infiammatorio
cronico ancora esistente nell'organo corrispondente.
Se le zone podaliche sono
atoniche, anelastiche, vuote al dito indagatore, insensibili anche alla
palpazione più profonda, le ipotesi potranno essere tre:
1) blocco energetico causato
dall'uso, avvenuto anche anni prima, di farmaci allopatici soppressivi
(antibiotici, antipiretici, antidolorifici, psicofarmaci, betabloccanti,
antagonisti del calcio, ranitidina, cimetidina, cortisone (i tre ultimi
in modo particolare, etc.).
2) cicatrici laparatomiche
e traumatiche o foci latenti attivi.
Se le zone podaliche rimarranno
insensibili anche dopo l'infiltrazione deventuali cicatrici o foci,
si procederà ad un prolungato massaggio delle zone corrispondenti
della mano (la mano fa da relais fra orecchio e piede).
Spesso ricompare, dopo
massaggio, la sensibilità nelle zone podaliche o nei punti auricolari.
Se, anche dopo l'energico
e prolungato massaggio della mano, le zone podaliche e i punti auricolari
rimarranno insensibili bisognerà tenere presente la terza ipotesi
e cioè quella di un processo neoplastico in atto negli organi o
sistemi corrispondenti alla zona riscontrata vuota, anelastica e indolore.
Allora urgerà approfondire
la diagnosi di natura e sede con tutto il bagaglio tecnico che la scienza
moderna ci offre per confermare o meno i nostri sospetti.
Per la pratica Biomesoterapica
al II livello è indispensabile conoscere oltre che i principi di
Fisiopatologia Agopunturale almeno la posizione dei punti Mo (Yin) ventrali
(araldo) e Shu dorsali dassentimento (yang).
Riassumendo: dopo interrogatorio
e controllo clinico del Paziente (tenendo conto delle cognizioni Omotossicologiche
e fisiopatologiche Agopunturali che si completano e integrano) e dopo
l'esplorazione dei punti auricolari e delle zone podaliche sulle quali
si sarà stati guidati dall'interrogatorio, sarà indispensabile
l'esame esplorativo accurato di quei punti Shu e di assentimento ed Araldo
che riterremo interessati dalla sindrome.
La constatazione del dolore
provocato o spontaneo su tali punti permetterà di fare con sicurezza
diagnosi dorgano, di rimedio e di zona dimpianto.
Il procedimento diagnostico
e terapeutico deve sempre tenere conto delle leggi che regolano i Cinque
Movimenti (ciclo Keng e Ko, etc.) (ad es., può essere interessata
una zona podalica rene e un punto Shu cuore, etc.).
Fatta la diagnosi dorgano
o sistema, si effettua la scelta fra quei rimedi che per la loro azione
farmacodinamica coprono con maggiore similitudine la sintomatologia.
Il numero dei composti
può variare così pure quello delle fiale per ognuno di essi
in rapporto alla gravità, durata, natura, entità, acuzie,
cronicità della sindrome.
La diluizione decimale
dei rimedi nei composti Omotossicologici lascia supporre un effetto ponderale
nell'azione farmacodinamica.
Assoceremo quasi costantemente
la Procaina alla seconda decimale per il suo effetto eutrofico, stimolante
il microcircolo e prolungante lo stimolo e sinergico nei confronti del
medicamento, in quantità variabile fra i due e i cinque cc.
La quantità totale
del mélange è di solito di venti cc. una volta aggiunta
la soluzione fisiologica o l'acqua distillata prima della dinamizzazione.
La dinamizzazione deve
essere effettuata a mélange completato.
La scelta dell'ago con
diffusore o piastra (di materiale plastico disposable) va fatta tenendo
conto dellestensione, della configurazione e della sede anatomica
del punto o zona prescelta per l'impianto Biomesoterapico.
Per l'orecchio simpiegherà
il monoago con diffusore; per le zone podaliche la piastra monouso, rotonda
da 5/7 o lineare da 3/5/7 aghi; sui punti attivi dAgopuntura, sempre
la piastra rotonda monouso da 5/7 aghi; sulle zone o punti dove sarà
impiegata la piastra rotonda monouso è consigliabile, quando possibile,
effettuare la cribratura (cribrare significa effettuare l'impianto, sul
punto o zona scelta, in tre tempi ruotando la piastra in senso orario).
L'esperienza ha insegnato
che in tale modo la zona attiva rimarrà tale per un tempo più
lungo; si potranno così aumentare gli intervalli fra una seduta
e l'altra.
Preparato il mélange,
scelto l'ago o la piastra, si dovranno scegliere le zone o punti dove
praticare l'impianto Biomesoterapico.
Gli impianti verranno effettuati
su quelle zone che non solo riterremo più interessate dai messaggi
di malattia degli organi o sistemi corrispondenti ma anche su quei punti
o zone (in particolare quelli di Agopuntura) più o meno dolenti
ma che riterremo, al lume della diagnosi posta, indispensabili nel contribuire
all'invio del messaggio medicamentoso attraverso la via preferenziale
o quarta via.
L'impianto può essere
anche multiplo ma le zone scelte saranno sempre complementari nella diagnosi
fatta.
Al II livello potremo prendere
in esame non solo sindromi acute ma anche le croniche e le riacutizzazioni
delle stesse e risolvere anche le più complesse in tempo di lavoro
ragionevolmente breve.
Si dovrà stabilire,
come ultimo, il numero e la cadenza delle sedute.
Nelle sindromi acute, o
nelle riacutizzazioni, le sedute potranno essere anche giornaliere, secondo
levoluzione e gravità.
In quelle croniche, la
frequenza, di solito sarà settimanale.
Il numero delle sedute
si stabilirà volta per volta secondo la complessità, entità,
durata, gravità, decorso delle sindromi durante la terapia.
Prima dogni seduta
sarà bene visitare nuovamente il Paziente, sia pure più
brevemente, esplorando e ispezionando quelle zone che si riterranno, ex
novo, interessate dalla sindrome.
Infatti, la sintomatologia
nel suo multiforme evolversi, potrà variare e così pure
le zone periferiche (punti attivi dAgopuntura, punti Auricolari,
zone Podaliche) interessate.
Il Medico potrà
così rendersi prontamente conto della necessità della scelta
di un nuovo mélange, di nuove possibili zone dimpianto adeguandosi
al nuovo corso della sindrome, incanalando il Paziente verso una vicariazione
regressiva fino a raggiungere l'equilibrio cioè la guarigione.
CONCLUSIONE
La pratica di questa
Disciplina esercitata nel pieno delle sue possibilità attuali già
motivata nel capitolo precedente riguardante la Clinica Biomesoterapica,
richiede non solo grandesperienza e buone conoscenze Omeopatiche,
Omotossicologiche Podologiche e Auricolari ma necessita soprattutto di
Pazienti che rispecchino con il corteo sintomatologico delle loro sindromi,
il rimedio policresto risolutore.
Questo, specie all'inizio
della terapia a volte non accade.
Infatti, come già
in precedenza si è scritto, le sindromi che sono trattate sono,
il più delle volte, difficilmente diagnosticabili sotto il profilo
unicistico Omeopatico.
I Pazienti che ricorrono
alla Biomesoterapia presentano, di solito, una lunga e sofferta storia
di pregresse terapie allopatiche.
Esse, con la loro azione
soppressiva e con le stratificazioni tossiche hanno determinato nell'organismo
malato un quadro patologico quanto mai complesso, che difficilmente in
un primo tempo si potrà raffrontare con il suo corteo sintomatologico
con quello di un solo rimedio omeopatico corrispondente con il suo punto
dolente di riscontro.
Bisognerà sempre,
in tali casi, ricorrere necessariamente alla diagnosi Agopunturale, confortati
in essa dall'esplorazione dei corrispondenti punti attivi sui Meridiani,
dall'ispezione dei Punti Auricolari e dall'apprezzamento delle Aree Podaliche
per la scelta dei Rimedi e per la composizione del mélange.
Preparato così il cocktail di Rimedi, e scelti i punti dimpianto
e deciso il numero e la cadenza delle sedute di Biomesoterapia, si seguirà
volta per volta, l'evoluzione della sindrome.
In tale caso, certi
delle cognizioni di Materia Medica Omeopatica e di fisiopatologia Agopunturale,
identificato il Rimedio unico, confermato dall'interrogatorio Omeopatico
e dall'estrema dolenzia del punto di riscontro (punti di Weihe, punti
RIMO®) e identificato il punto unico di impianto Biomesoterapico,
sarà allora semplice preparare il Rimedio Unico, alla giusta diluizione
ed iniettare il tutto nel punto attivo unico della diagnosi Agopunturale
cribrando sempre (ruotare la piastra da destra a sinistra da 3 a 6 volte).
Anche in questi casi
non si dovrà mai trascurare di apprezzare gli altri punti attivi
e sui Meridiani dAgopuntura e sulle Mappe Auricolari e Podaliche,
sia dolenti all'esplorazione, sia importanti ai fini della fisiopatologia
Agopunturale.
Tali punti si dovranno
sempre tenere presenti e usare come sedi deventuali impianti se
necessari nell'economia terapeutica (azione sinergica con il punto di
riscontro) per ristabilire rapidamente e dolcemente l'equilibrio energetico
alterato.
Saranno così sufficienti una o al più due sedute di Biomeso
per risolvere definitivamente la sindrome ed ottenere la guarigione dolce,
progressiva, duratura, preconizzata da Hahnemann.
E' certo però
che il III livello sarà raggiungibile dopo una notevole esperienza
e con approfondimenti e meditati studi.
Sarebbe sempre opportuno
per il Biomesoterapista che si propone di raggiungere tale livello seguire
fin dall'inizio dei suoi studi un regolare corso propedeutico, per poter
così meglio impostare la propria preparazione, procedendo per gradi
progressivamente nell'apprendimento di tale dottrina.
Potrà così
chiarire volta per volta tutti i suoi dubbi e tutti i punti della Materia
che gli rimangono oscuri, facendo tesoro delle cognizioni acquisite ai
corsi, confrontando collegialmente la propria esperienza.
Anche nei primi tempi
potrà essere guidato nella risoluzione dei casi più difficili
e complessi dai Maestri, partendo con una diagnosi di lavoro (Agopunturale,
Omotossicologica) e seguendo insieme all'insegnante, passo per passo,
l'evoluzione della sindrome fino ad ottenere l'evidenziazione del medicamento
policresto risolutore con il suo punto unico dimpianto Biomesoterapico
ed ottenere così la guarigione.
Quanto si è scritto
è un'enunciazione di prassi di III livello e vuole essere solo
un breve accenno conclusivo al primo volume ed un'anticipazione a ciò
che sarà esposto nella pubblicazione del II volume di Biomesoterapia
circa lo sviluppo clinico pratico di questa disciplina, a questo livello.
Si potranno quindi avere
due possibilità:
1) già fin dall'inizio
fare diagnosi di rimedio unico con una diluizione e unico punto attivo
su cui fare l'impianto di Biomeso.
2) solo dopo una serie
più o meno lunga di sedute di Biomeso trovare il rimedio unico
e il punto unico di impianto Biomesoterapico.
In entrambi i casi sarà
indispensabile fare duplice diagnosi e Omeopatica unicista e Agopunturale
con unico punto attivo energetico su cui praticare impianto di Biomeso.
Infatti, non sempre
il punto di riscontro (A.R.M. o Weihe) anche se estremamente dolente coinciderà
con il punto attivo dimpianto.
Sarà invece utilissimo
con la sua estrema dolenzia per confermare la diagnosi unicista Omeopatica.
Per la risoluzione ottimale
della sindrome si dovrà procedere su due piani sia per ottenere
il rimedio unico, con la sua opportuna diluizione, che il punto unico
sul quale fare l'impianto di Biomeso: quello Omeopatico e quello fisiopatologico
Agopunturale.
Solo così si
potranno sfruttare tute le potenzialità della Biomesoterapia.
ARCHIVIO DOCUMENTARIO 1982/1988:
RI.MOS. Srl di Mosconi Marco
Via Gramsci n°29, Mirandola (MO) (ITALIA)
Piastre sterili, monouso per Mesoterapia e Biomesoterapia.
BIOMESOTERAPIA:
articoli del Centro Medico Omeopatico di Rimini (Italia)
in RIVISTA DI OMOTOSSICOLOGIA
Ed. GUNA s.r.l., Milano, 1986/1987.
CENTRO MEDICO OMEOPATICO, RIMINI:
Dr. P.C. Ricciotti, Dr. P. Mosconi, Dr. M. Aluigi (Consulente):
Resoconto audiovisivo delle Lezioni di Biomesoterapia tenute a Rimini
(Italia) nell'Anno Accademico 1986/1987 per l'Accademia Italiana di Biomesoterapia.